Editoriale:

Cosa ci insegna una scuola dell’infanzia a Pavullo

Roberto Farné

 

Cinque buone ragioni di cambiamento

Maria Cristina Stradi

 

Dopo il trauma la comunità di Pavullo risponde

Anna Pelloni

 

FOCUS: Formare all’innovazione

a cura di Lucia Balduzzi

 

 

Formare all’innovazione

Lucia Balduzzi

Ripensare i servizi per l’infanzia alla luce dei nuovi bisogni educativi e sociali: prospettive di innovazione e sperimentazione pedagogica a partire da un percorso di formazione universitaria condiviso che mete al centro la figura del pedagogista coordinatore con una competenza in grado di progettare e gestire cambiamenti.

 

Formare per qualificare: il corso di alta formazione rivolto alla figura del coordinatore pedagogico

Angela Fuzzi

Il corso di Alta Formazione “Il coordinatore pedagogico tra competenze gestionali e innovazione didattica” è stato oggetto di un accordo tra Università di Bologna e Regione Emilia-Romagna, Servizio Politiche familiari, infanzia e adolescenza, è nato per rispondere in maniera adeguata a un professionalità in grado di svolgere un ruolo efficace sul territorio valorizzando il sistema integrato dell’offerta educativa.

 

Una sperimentazione educativa: dall’individuo al gruppo alla comunità

Carlotta Carpana

L’avvio di una sperimentazione in un servizio 0.6 a Parma e la storia del suo gruppo di lavoro che si è interrogato, nella prospettiva di un rinnovamento educativo, sul modo di porsi nel passaggio verso una modalità di fruizione di servizi non più rappresentativa ma partecipativa

 

Il villaggio di Viola

Progetto Sperimentale “Servizio Integrato Continuità 0-6”    

Lara Falferi

La nuova realtà della famiglia, ristretta, esposta alla crisi economica e all'assenza di una rete parentale vicina, crea la necessità di offrire un servizio con un’offerta flessibile e in grado di salvaguardare la qualità educativa, dando ai genitori la possibilità di iscrivere il proprio bambino senza doversi attenere a orari rigidi, perché sempre più spesso si lavora “a chiamata” o su turni, e conciliare il tempo di cura con quello dedito al lavoro non è sempre possibile.

 

Flessibilità, qualità educativa e conciliazione: l’esperienza dei nidi d’infanzia aziendali

Silvia Guidarini

Alcune esperienze di nido assumono che la flessibilità delle scelte organizzative avviene all’interno di una precisa cornice normativa e sulla base di un progetto pedagogico che individua tra le principali finalità, da un lato quella di armonizzare tempi di cura e di lavoro per i genitori, dall’altro, ancor più rilevante, definisce come prioritario che il bambino stia il maggior tempo possibile con la sua famiglia: sono i tempi del servizio che si adattano…

 

ARGOMENTI

 

Una “Istituzione” per i servizi educativi e le scuole dell’infanzia del Comune di Bologna

Roberto Farné intervista Massimiliano Tarozzi

In controtendenza rispetto alla scelta di privatizzazione dei servizi per l’infanzia attuata da altri Comuni, Bologna ha creato un’Istituzione con l’obiettivo di dare autonomia alla gestione di nidi e scuole dell’infanzia comunali, mantenendoli nella sfera del “pubblico”. Una sfida su cui hanno pesato incomprensioni e pregiudizi, che ha un obbiettivo: coltivare una qualità diffusa e sostenibile, la più alta possibile per tutti e non solo per pochi servizi di eccellenza.

 

Giochiamo che tu eri il lupo?

Sostare per ascoltare, accogliere, rispondere

Valeria Furnari

Le richieste dei bambini non sono mai scontate, custodiscono bisogni che spesso vanno oltre la dicibilità, oltre il pensare razionale adulto. A noi, destinatari delle loro specifiche domande, spetta il compito di saper stare in ascolto di quel dire attraverso il corpo, il movimento, il gioco, aperti al “possibile” di una relazione simbolica e avvincente.

 

Attività ludico circensi: una nuova proposta pedagogica

Ilaria Romanini

La tradizione del Circo, soprattutto nelle sue forme contemporanee che ne hanno profondamente rinnovato la cultura, è ricca di suggestioni estetiche e ludiche. Le sue attività, definite nei due ambiti fondamentali di tipo espressivo e fisico-motorio, opportunamente adattate all’infanzia, costituiscono un interessante repertorio per l’educazione orientata allo sviluppo dell’autostima e della sicurezza di sé.

 

ESPERIENZE

 

Percorsi didattici per la costruzione di un curricolo plurilingue e interculturale

Antonella Piccinin

Il progetto, che è stato realizzato in una scuola primaria, pone il tema della continuità con la scuola dell’infanzia su un tema di grande rilevanza educativa e culturale. Il plurilinguismo è un dato di realtà complesso che richiede alla scuola la ricerca di percorsi didattici flessibili e interattivi, declinabili sulle competenze del bambino, in grado di coinvolgere le famiglie e il contesto sociale.

 

Riviviamo il giardino: riutilizzo di materiali di recupero e coprogettazione degli spazi esterni al nido

Michela Olivieri

Un percorso di formazione delle educatrici e di progettazione partecipata con le famiglie che ha portato a ridefinire lo spazio esterno come ambiente normale di vita al nido. Il cambiamento si è sviluppato parallelamente su due livelli: quello della consapevolezza pedagogica (e del superamento delle paure)da parte delle educatrici sul valore delle esperienze all’aperto, e quello delle co-progettazione di nuovi arredi per il giardino insieme ai genitori.

 

La mediazione educativa in contesti di disagio e marginalità sociale: l’azione del “Progetto Integra

Chiara Ferrari

Nei contesti di marginalità sociale dell’infanzia diventa essenziale per l’azione educativa abbandonare gli schemi interpretativi disadattivi ed abbracciare prospettive esistenziali autodeterminate ed adattive. Fra le strategie per generare questo cambiamento, particolarmente interessante è quella della mediazione che il“Progetto Integra”cerca di mettere in atto nella difficile realtà in cui opera.

 

Verso un campo d’esperienze matematiche, pensate e agite: la didattica montessoriana e l’introduzione della matematica in età prescolare

Valentina Brunetti

L’organizzazione degli spazi, gli arredi e i materiali sono fra i punti di riferimento su cui Maria Montessori ha costruito il suo metodo. Tutto concorre anche allo sviluppo del pensiero logico e matematico, ma occorre che l’insegnante ne colga le valenze concrete e attive per il bambino. Non si tratta di “insegnare matematica”, ma di mettere il bambino in condizioni di osservare, agire, porsi domande e trovare soluzioni a problemi in cui il gioco è un avvincente lavoro per l’intelligenza.

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