A cura di Marcella Terrusi

Ricercatrice, insegna Storia e culture d’infanzia e Body cultures al Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita dell’Università di Bologna

 

Estate: tempo di corse e di tuffi, di sandali e passeggiate a piedi scalzi. Tempo di tessuti freschi, ampi e svolazzanti. Cosa c’è di meglio di una camicetta di lino e di un cappellino di paglia? 

Ma se a desiderare una camicetta di lino è una bambina, poniamo di due anni, poniamo di nome Teodora, la camicetta semplice e fresca nel reparto bambina dei principali brand di abbigliamento non si trova. Alle bambine: tessuti elastici, sbrilluccicanti, balze anche sui costumi da bagno (interi e a due pezzi a due anni!). Per trovare la camicetta di lino per Teodora bisognerà spostarsi nel reparto bambino, decisamente più ispirato ad un’idea di abbigliamento comodo e funzionale, rispetto al reparto femminile. 

Questo, incredibilmente, accade nonostante la camicetta sia, per dirla con linguaggio contemporaneo, con tutta evidenza un articolo gender fluid, che non connota nulla se non il desiderio di essere comodi, freschi, eleganti, d’estate, cioè il desiderio di dialogare in modo funzionale alle circostanze stagionali, termiche, estetiche che regolano il nostro stare (vestiti) al mondo. 

Il rapporto fra moda e infanzia, nelle sue inaspettate declinazioni e combinazioni, è interessante sia dal punto di vista industriale che estetico, e complessivamente offre un campo pedagogico denso di significati ancora da esplorare. 

L’abito e l’accessorio rivestono fin dalla prima infanzia, nel loro essere tramite di relazione educativa, un ruolo importante nella quotidianità di bambini ed educatori. Sono legati a gesti affettivi, al dialogo fra le generazioni, al modo in cui si sta dentro contesti e ambienti fisici e simbolici, regolano e riguardano rituali indispensabili della cura e della conquista di autonomia, sono, nelle mani dei bambini, giocattoli potentissimi. 

Fili, stoffe e vestiti sono infatti protagonisti di narrazioni fin dalla notte dei tempi, sono onnipresenti nel mito, nella fiaba, nel fantastico e nelle infinite forme del racconto. 

La parentela semantica fra filo del discorso, testo, trama, da sola mostra quanto l’ambito tessile sia intrecciato ai temi della memoria, delle generazioni, del tentativo continuo con cui l’umano cerca di dare forma al mondo con diverse forme, scritte, disegnate, tessute. Di oggetti vestimentari, magici e speciali, sono piene le storie, e nei libri illustrati per l’infanzia questi oggetti assumono forme, motivi, texture che dichiarano la vicinanza fra il fashion design e l’illustrazione editoriale. 

La riflessione pedagogica, necessariamente interdisciplinare, portata avanti da chi scrive a proposito delle relazioni e delle rappresentazioni dell’abbigliamento nell’infanzia e con l’infanzia, prende le mosse da un progetto che ha messo insieme 100 albi illustrati provenienti da tutto il mondo per un’esposizione pensata con Bologna Children’s Book Fair e Cooperativa Culturale Giannino Stoppani, per Pitti Immagine Bimbo a Fortezza da Basso a Firenze, cioè per la principale manifestazione dedicata al Children’s Wear, come si chiama comunemente. Era il 2017, la mostra bibliografica, necessariamente frutto di una selezione e curatela autoriale, mostrò quante connotazioni, forse infinite, il binomio moda e racconto portasse con se. Naturalmente il dialogo fra i libri per bambini e il design dell’abbigliamento non è solo letterario, antropologico, fiabesco, è anche industriale: non di rado sono gli stessi o le stesse autrici a disegnare abiti e pagine illustrate. L’abito nelle storie, e nelle vite dei bambini, può essere strumento di empowerment e di emancipazione, oggetto di crea­zione e narrazione di sé, può essere tramite per attraversamenti fantastici e conforto quotidiano che scandisce il tempo: sempre esso rappresenta una casa del corpo, un gioco infinito per possibili avventure, un discorso affidato e tramandato, interpretato e reinventato, che ci colloca in un insieme di storie e parole. È tatto, vista, ma anche il filo che collega l’aquilone con la terra, il ricamo della nonna, la coperta affettuosa al sonnellino, il vestito della festa alla danza sfrenata, l’abito magico destinato a cambiare la storia piccola e a volte, si pensi all’imperatore che sfila nudo, anche la coscienza collettiva. Includere i bambini in un discorso culturale attivo su moda e costume è un imperativo culturale: significa metterli a parte della cultura materiale e simbolica che affonda, insieme alle tele del mito, della vita e dell’attesa, i nostri fili, i nostri vestiti, i nostri corpi nella storia delle storie del mondo.

L’infanzia agisce poi da sempre anche fonte di ispirazione per “i big delle passerelle”, dove riemerge nel suo doppio aspetto di luce/buio, fra sogno e incubo. Se la moda è un gioco, vestire i bambini è un atto pedagogico: significa pensare, sentire, proteggere l’infanzia e al tempo stesso affidare ai corpi dei bambini veri e propri messaggi sociali; predisporre insieme all’abito la loro possibilità di movimento e sviluppo fisico e simbolico, l’adattamento ai diversi ambienti, indoor e outdoor, e alle diverse situazioni sociali. In questa chiave auspichiamo che i contributi di questo focus possano offrire prima di tutto strumenti di riflessione e conversazione ma anche spunti utili per nutrire un dibattito ampio e approfondito sulla cultura della moda e dell’abbigliamento e su “il linguaggio dei vestiti” per citare il bel libro di Alison Lurie. Vestire i bambini, pensare la loro relazione con la moda, non solo come consumatori ma come attivi agenti di scelte, è un atto culturale e pedagogico in senso ampio e come tale lo abbiamo pensato insieme ai contributori di questo focus, cui va il mio sentito ringraziamento. Conoscere alfabeti e linguaggi infatti, rodarianamente, è l’unico modo per conquistare spazi di autonomia, libertà, espressione e autodeterminazione.

 

L’intera bibliografia internazionale del progetto The Extraordinary Library è scaricabile sul sito di BCBF alla pagina iniziative speciali, www.bolognachildrensbookfair.com/la-fiera/iniziative-speciali/the-extraordinary-library/7924.html.

 

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Infanzia, n. 3 luglio-settembre 2022

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